Obiettivo primario di ogni trattamento ortodontico è il corretto allineamento dei denti, per favorire una masticazione ottimale, una migliore igiene orale e una bella estetica del sorriso.
Per raggiungerlo si possono oggi seguire due strade: l’apparecchio fisso, con brackets in acciaio o trasparenti (in zirconio o allumina), oppure si possono applicare all’interno del dente (ortodonzia linguale) o gli allineatori trasparenti.
A determinare la possibilità di scegliere l’uno o l’altro trattamento è naturalmente la diagnosi del caso, in situazioni come di denti inclusi, ovvero denti che non sono riusciti ad erompere del tutto e rimangono parzialmente intrappolati nelle strutture ossee mascellari, si interviene quasi sempre con l’apparecchio fisso.
Tecnicamente, l’apparecchiatura di tipo fisso consente all’odontoiatra la gestione della posizione dei singoli elementi dentali o di movimenti di gruppo con la massima precisione. Si compone di piastrine (o brackets), bande, archi e legature.
I brackets, che possono essere in acciaio o in ceramica, se si vuole ridurre l’impatto estetico del trattamento, si posizionano su ciascun dente, e hanno la funzione di esercitare la forza sull’elemento dentale. Possono avere forma, dimensione e materiale diverso a seconda della tecnica utilizzata.
Le bande sono invece fasce circolari di acciaio che circondano il dente e fungono da supporto per la saldatura dell’apparecchio. Si posizionano solamente negli elementi posteriori.
Gli archi sono costituiti da un filo metallico, bloccato da piccoli elastici o legature metalliche, che esercita sulle piastrine una forza trainante 24 ore su 24, permettendo gradualmente il riallineamento verso la posizione corretta.
In sintesi L’ortodonzia fissa è generalmente più adatta per correggere problemi dentali complessi come denti sovrapposti, denti che crescono in posizioni diverse, malocclusioni gravi e morsi invertiti.
Il trattamento con allineatori invisibili, prevede invece una serie di mascherine realizzate su misura, trasparenti, removibili e da cambiare nel tempo via via che si modifica la posizione dei denti, fino al raggiungimento della posizione corretta.
Si indossano circa 22 al giorno, ad eccezione dei pasti e dell’igiene orale quotidiana.
Per garantire un risultato di successo, spesso vengono applicati degli attachments, piccole protuberanze, dello stesso colore dei denti che vengono applicate sui denti durante il trattamento per aiutare gli allineatori a esercitare la forza necessaria per spostare i denti. Sono realizzati con un materiale composito dentale dello stesso colore dei denti e sono sagomati per adattarsi perfettamente ai denti del paziente.
Lo stripping invece è una tecnica utilizzata durante il trattamento per creare lo spazio necessario per il movimento dei denti. In pratica, si tratta di una limatura dentale tra i denti, allo scopo di ridurre lo spazio interdentale e creare un margine di manovra per i movimenti dei denti.
Dipende principalmente dalle esigenze e dallo stile di vita del paziente o della famiglia del paziente nel caso di bambini e ragazzi. E anche rispetto al risultato che si vuole ottenere
L’apparecchio fisso ha l’indubbio vantaggio di richiedere una limitata collaborazione del paziente, perché essendo fisso non richiede particolare impegno e/o motivazione al suo utilizzo.
È possibile poi utilizzare degli ausiliari (ancoraggi scheletrici o mini screw), sorta di “piercing” che si applicano sulla gengiva, che permettono di ridurre ulteriormente la collaborazione dei pazienti e per questo particolarmente adatti per bambini e ragazzi, che generalmente fanno più fatica a mantenere l’impegno quotidiano.
Di contro, per sua struttura espone un po’ di più al fastidio con possibili irritazioni e lesioni gengivali, soprattutto durante la masticazione, o alle urgenze, laddove un bracket dovesse per esempio staccarsi.
Gli allineatori invisibili, invece, sono sicuramente più confortevoli per la bocca, non avendo elementi che pungono le mucose, più pratici perché si rimuovono per mangiare comodamente e per curare al meglio l’igiene orale quotidiana, oltre ad avere un impatto quasi nullo in termini estetici.
Impongono però una determinazione e una collaborazione del paziente non trascurabili: starà a lui e al suo impegno quotidiano nell’utilizzo l’efficacia del trattamento.
Inoltre hanno l’indubbio vantaggio di permettere di ridurre i controlli mensili, che si possono dilatare nel tempo a seconda delle circostanze. Una condizione che consente quindi di optare per questa soluzione anche ai pazienti che vivono a distanza e che per mesi possono autogestire il cambio delle mascherine con la guida dell’ortodontista, ma senza doversi recare in studio con cadenza ravvicinata.
Ecco perché la scelta finale è sempre di chi intraprende il percorso, al termine del quale in entrambi i casi sarà necessaria una contenzione.
Se il trattamento è importante il post trattamento lo è altrettanto, una volta raggiunto l’obiettivo di un trattamento ortodontico i risultati ottenuti, l’estetica e il buon funzionamento, vanno mantenuti.
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